mercoledì 1 febbraio 2012

parliamo di libri?

Ho pensato di aprire un blog per parlare dei libri che ho letto, che leggo, e che ri-leggo.
Ho pensato di dedicare a questo mio amore per la lettura, uno spazio a sè. Ed è un pò strano scrivere di un libro su un blog, su di un qualcosa che non si tocca, non si sente, non si annusa.
Perchè amo leggere e leggo anche in rete. Internet permette di leggere molto e di spaziare su campi sterminati.
Però il calore che dà un libro,quello internet non può darlo. Per questo penso anche che scrivere recensioni di un libro, con tutta la soggettività di cui sono intrise, è sempre cosa ardua e pesante. Pesante non noiosa. Pesante perchè gravosa di responsabilità. Che paroloni eh? La mia professoressa di filosofia usava il termine "gravoso" quando si riferiva a cose di gran responsabilità, questioni, fatti, ambiti, nei quali occorre una pensosità, una cautela doppia. Mi direte, "ma scrivere recensioni è cosa su cui riflettere?". Secondo me sì. Insomma, è di moda, scriverne, lo fanno tutti. Chi per professione, chi per passione, chi per "moda". Fatto sta che,secondo me, al di là della reputazione e della fama dell'autore di un libro è proprio quest'ultimo che viene messo in risalto nelle recensioni. Oltre alla bravura del suo autore.
Penso, quindi, che parlare di un libro, promuovere un libro, sia una cosa su cui riflettere. L'intento che si vuole perseguire con la recensione è il fattore principale. Cosa voglio trasmettere? Cosa voglio dire? Sono poche le recensioni in grado di trasmettere il calore del libro, le sensazioni che ha suscitato nel lettore. Le parole possono fare molto, anche i miracoli. Riescono, a volte, a dare una forma scritta ai pensieri e alle immagini che ci son balenate nella mente leggendo. Per questo ritengo che scrivere una recensione con l'intento di far conoscere o promuovere un libro, far capire agli altri perchè ci è piaciuto, perchè ci ha fatto piangere, come è riuscito a farci innamorare o arrabbiare, sia difficile e gravoso. O, per lo meno, un qualcosa che non sempre riesce a sortire l'effetto desiderato. E' il rischio dello scrivere, come quello del parlare. Il non riuscire a rendere pienamente e come si vorrebbe, il proprio pensiero, i propri sentimenti. C'è chi vi riesce con una certa naturalezza, chi provando e riprovando, chi fortuitamente e chi quasi per miracolo.
Il bello è che lo si faccia, che si parli dei libri e che per farlo, si aprino le copertine e si legga, si sfoglino le pagine e si annusi la carta.
Non amo gli e-book e sul mio non amore per questa forma di diffusione del romanzo parlerò nel secondo post.

Per ora benvenuti in questo spazio nell'etere dove parlerò dei libri che ho letto, che leggo, che ri-leggo. Troverete libri non alla moda, troverete libri appena pubblicati, troverete libri che ri-leggo a distanza di anni. Non amo inseguire la moda e divorare i libri con l'ansia di chi vuole scrivere una recensione prima di tutti. Preferisco gustarli a bocconi piccoli. E a momenti alterni. Mi piace promuovere un bel libro,sì, ma il marketing libresco non è il mio settore e non rientra nelle mie intenzioni. Se parlo di un libro è perchè, principalmente, sento il bisogno di condividerlo con altri e invogliare, magari, ad andare in libreria e sfogliarlo, lasciarsi ispirare, e portarselo a casa. Suggerire ma non affermare, direi. Far conoscere e aiutare a far conoscere un libro che merita d'essere letto. O almeno sfogliato.
A presto!